Torre Biffa. Mi butto o non mi butto?
Chissà cosa avrà veramente pensato E. R. quando qualche anno fa, scelse come luogo d’addio la Torre Biffa di Benevento, si, proprio quella torretta che incontriamo lungo via Posillipo, a guardia del Fiume Calore che scorre poco sotto! Ma E.R. non è certo il solo ad aver considerato la Torre Biffa il punto di partenza per un nuovo viaggio; dopo di lui la cronaca di fine Luglio 2011 ci racconta di un tentato suicidio, stavolta di una donna. E potrebbe non finire qui. Qualcun altro potrebbe decidere di visitare la Torre con la stessa intenzione, approfittando dello stato in cui vessa quell’avamposto di antichità a guardia del fiume Calore. Eh si, perché la “Biffa”, sembra risalire ad epoca longobarda, presumibilmente VIII-IX sec. d.C. e inglobata al tempo nella cinta muraria. Nel XIV secolo subì delle modifiche con la realizzazione della parte superiore adibita poi a Colombaia. Fino agli eventi bellici del 1940-45, quel tratto di mura limitava il giardino di Palazzo “Pedicini” che affacciava sul fiume Calore.
Chi l’avrebbe mai detto, vero? Quella torre figlia del nostro bel passato è oggi schiava della modernità che ben si guarda dal prestare attenzione a un po’ di storia che dignitosamente ancora ci sorveglia e sta lì a ricordarci che qualcosa è ancora possibile fare. Sì, perché c’è ancora un po’ di tempo per rendersi conto di quanto e cosa siamo stati, solo che il tempo è mercante, e d’ un tratto potrebbe non esserci più, potrebbe toglierci la speranza di salvare ancora ciò che è rimasto. Peccato però che l’essere umano crede sempre di avere tutto il tempo a sua disposizione per operare “con calma” e fare le cose nel migliore dei modi. Ma stavolta no, non si può attendere che una classe politica attenta più ai giochi di poltrone e potere, incuriosita dal nascere di nuove ed eclatanti strutture moderne, che neanche loro sanno poi come destinare, continui, insieme alle ormai sempre assenti Istituzioni Culturali, a lasciar cadere la speranza di rivedere e rivivere i nostri gioielli di storia. E allora solo una domanda poniamo, nella speranza che qualche coraggioso trovi il tempo di rispondere: il Rione Ferrovia attualmente è interessato dal progetto di riqualificazione, per caso, e ripeto per caso, non è che è stato previsto qualche intervento di restauro, manutenzione e valorizzazione anche per la Torre Biffa? Visto che nel progetto “PIU’ EUROPA” viene citata la costruzione del Ponte Biffa e anche un intervento sul Ponte Vanvitelli, non è che avanza qualche soldino da investire anche sulla torre? Non mi è sembrato di scorgere tra le righe alcun riferimento specifico al suddetto bene, eppure nel piano si fa chiaro riferimento alla volontà da parte degli Enti di intervenire sui Beni Culturali. Ora, è vero che la Chiesa di S.Sofia è diventata patrimonio Unesco, ma noi non siamo solo questo. Non possiamo usare sempre la stessa scusa per giustificare le noncuranze dilaganti. Insomma, se siamo stati così bravi a rientrare nei “Siti Unesco”, forse dobbiamo pure fare qualcosa per esserne all’ altezza, perché la concorrenza è elevata.
Dunque, visto che Benevento gode, a differenza di altre città, di un potenziale storico-culturale, cerchiamo quantomeno di mantenerlo in vita e non farlo morire. Si tratta solo dell’ultimo degli appelli o progetti e proposte a proposito della “Biffa”. Agosto 2012, Luigi La Monaca, presidente di Ekoclub, pubblica un articolo sulla Gazzetta di Benevento, in cui propone una cooperazione delle due maggiori aziende beneventane, Alberti e Rummo, per l’ adozione della “Biffa” da parte di una di esse, o entrambe, e un successivo utilizzo della stessa da renderla così fruibile.
Nello stesso anno è assegnato a Benevento il premio Urbanistica 2012 per il progetto di “Territorio di Benevento” in cui è inserita la progettazione del nuovo Ponte Torre Biffa sul Calore, funzionale a migliorare l’accessibilità stradale alla stazione delle aree centrali e del Rione Libertà. In precedenza nel 2005, con Capogruppo Progettisti Pasquale Culotta, è stato presentato un progetto di riqualificazione e valorizzazione delle aree di Piazza Cardinal Pacca, Bagni, Teatro Romano e Calata Olivella nel centro storico di Benevento. Nella programmazione 2000-2006 ed in particolare nel P.I. “Benevento: il futuro nella storia”, era prevista oltre ad una piattaforma logistica, alla candidatura Unesco, anche il progetto e recupero del Fiume Calore. Esiste inoltre, ed è visibile anche sul web, il rilievo architettonico della Torre Biffa realizzato dall’architetto Giuseppe Ricciardi.
Tutto questo sulla carta. Ma nella realtà? Nella realtà esiste solo una torre abbandonata che funge ormai da supporto per lamiere (forse per evitare che qualcuno vi ci faccia un giro?) pannelli pubblicitari, scritte e altro. Inoltre, se prendiamo il progetto di riqualificazione urbana per la città di Benevento, bocciato dal Governo, osserviamo come tra le iniziative proposte compare la realizzazione del Ponte Biffa, tra via Grimoaldo Re e via Posillipo, ma alcun cenno viene fatto alla Torre, neanche in previsione di un restauro.
Un motivo dietro queste scelte ci sarà pure! Quale? Motivi economici? Mancanza di professionalità? Incapacità di interloquire dei vari Enti preposti alla tutela? Se siamo stati in grado di offrire ai beneventani le luminarie natalizie, i soldi da qualche parte saranno pure usciti; se si cercano le professionalità, ci sono, basta non rivolgersi sempre agli stessi attori; sulla capacità di interagire dei diversi Enti…beh…non sta a noi giudicare, ma certo non stiamo parlando di un problema di Stato, bensì di un intervento di manutenzione, restauro e tutela di un bene storico. Ma se i detti antichi sono veri e quindi la lingua batte dove il dente duole e, se il pubblico non fornisce tutte le garanzie, un’apertura all’intervento dei privati che finanzierebbe il restauro e renderebbe così la torre “fruibile”, anche come semplice luogo di belvedere, è davvero tanto difficile da realizzare?