Precisazioni necessarie
Queste pagine sono scritte dai pochi che ancora non si sono rassegnati al declino politico e morale di Benevento e del Sannio. Alcuni lettori ci hanno chiesto perché abbiamo scelto di partire citando gli atti dell’inchiesta denominata “Mani sulla città”.
La nostra non è curiosità maniacale, ci è sembrato opportuno riportare la fredda cronaca dei documenti giudiziari per richiamare l’attenzione su episodi gravi da un punto di vista comportamentale da parte di chi deve occuparsi dell’amministrazione della città. Se poi questi fatti abbiano o meno una rilevanza penale, non si può negare l’esistenza e le perplessità che suscitano.
I processi si svolgono nelle aule dei Tribunali, ma non possiamo accettare l’indifferenza di una moltitudine che si limita a passeggiare lungo il Corso Garibaldi e non si interroga almeno una volta sulle condizioni critiche di Benevento. Avere sindaco, esponenti politici e personale tecnico dell’amministrazione comunale coinvolti in pesanti inchieste, non è cosa da poco.
Limitarsi a dire “così fan tutti”, significa declinare ogni responsabilità e autoassolversi. Invece siamo anche noi colpevoli di questa situazione, perché forse non siamo migliori di loro. Abbiamo consentito a questo ceto politico di governare attraverso la manomissione della spesa pubblica, di arricchire una piccola cupola di affaristi e d’ingrandire la fila dei questuanti nelle loro segreterie. Di certezze ne abbiamo poche, non ci uniamo al coro sdolcinato di chi decanta la “città tranquilla”. Noi siamo la stecca in quel coro, le voci dissonanti dei sinceri guastafeste.