29 Novembre 2024 - 22:51
C’era una volta e adesso non si sa, nelle vicinanze della Chiesa della Madonna delle Grazie un complesso monumentale, intitolato “Santi Quaranta” dalla dedica ai Quaranta Martiri di Sebaste della Chiesa in esso impiantata, probabilmente tra il 1119-1180. Di questo gioiello locale molto poco si sa.
La datazione inizialmente proposta lo vedeva inquadrato tra la tarda età Repubblicana e la fine del II sec. d. C. – inizi III sec. d.C., ma la tecnica muraria impiegata, l’ opera quasi reticolata in cal-care, particolarmente attestata tra l’ ultimo quarto del IV sec. a.C. e il I sec. a.C., potrebbe orientare la datazione verso il II sec. a.C. – I sec. a.C. Oltre a ciò resta di difficile interpretazione anche la destinazione d’ uso. Danneggiato dai bombardamenti del 1943 e restaurato nel 1985, è costituito da un criptoportico e da una serie di costruzioni ad esso connesse, visibili a Sud – Ovest del piazzale antistante la Chiesa della Madonna delle Grazie, e che si estendono con continuità al di sotto del terrapieno sul quale sorge Viale San Lorenzo. Sono state evidenziate ben 10 fasi costruttive e diverse tecniche edilizie impiegate. Ampliato e rimaneggiato più volte, il complesso ha suscitato contrastanti interpretazioni, tanto da essere considerato una terma, un criptoportico, un foro boario, o ancora un Santuario dedicato alla Dea Athena. Anche se ad oggi non è ancora stata individuata la sua vera destinazione d’ uso, resta evidente la sua felice posizione, a cerniera tra la zona urbana dell’ arx e quella dei quartieri artigianali e commerciali presenti nell’ area di Cellarulo. L’ ipotesi più accreditata resta quella che vede, nei pochi resti sopravvissuti, la realizzazione di un criptoportico appunto, su cui poi è stato impiantato l’ edificio religioso dedicato ai Santi Quaranta. E queste le scarne informazioni storiche riguardanti un bene storico che sembra essere rimasto all’ ultimo restauro effettuato. Si, perché dalle foto realizzate durante una calda mattinata estiva dalla redazione di Sannio Report è evidente il totale e sembra definitivo stato di abbandono in cui vessa questo resto di storia sepolto dai rovi. Per un occhio inesperto risulta anche difficile individuare la zona di collocamento del manufatto, così come la sua natura storica, ma non siamo qui a giocare a chi indovina cosa, perchè esistono persone che studiano quelli che molti definiscono “pietre vecchie” e che sapranno darne la giusta inquadratura. Ciò che invece preme evidenziare e invito ogni singolo lettore a formulare la propria considerazione, non volendo qui ripetere i continui rimproveri alle autorità preposte alla tutela del nostro patrimonio storico – artistico, sullo stato di non manutenzione e non conservazione di un pezzo della Benevento antica. A tutti una felice riflessione.
FELICE PRESTA
com’era
Ecco le attuali condizioni dell’area